mammamiaquantosangue Fanzine/Sincope Records.
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a cura di
Marco Pasini

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mammamiaquantotosangue è una fanzine che per me è un vero culto. Mi ricordo la prima volta che la vidi (e pure la prima volta che vidi il sito web): ne rimasi molto affascinato. Strana e particolare. Poi, ne ho perse le tracce. Un giorno apro la casella di posta e leggo un messaggio in cui Truculentboy (mente dietro ad essa) mi chiede se può mandarmi il cd delle Alga Kombu (uscito per la sua Sincope Records). Io ovviamente accetto subito, e lui allega anche il secondo numero della fanzine. Inutile scrivere che l'ho divorata in un paio d'ore, gustandomela dall'inizio alla fine. Il cd delle Alga Konbu è stato recensito a dovere, naturalmente. Quella che segue è una chiacchierata nella quale ho voluto curiosare un po' nel variegato mondo di una realtà davvero interessante. Buona lettura.

Undici anni dal numero 2 di mammamiaquantosangue fanzine sono un bel po'. Come mai ci hai messo così tanto per arrivare al terzo numero?
Nel frattempo è capitato davvero di tutto e il nuovo numero è stato rimandato per molto tempo, tanto che poi la cosa mi è cominciata a sembrare anacronistica. Ad un certo punto mi sono chiesto se avesse ancora un senso fare una fanzine oggi, dove sembra che a volte non ci sia troppo spazio per tipi di approfondimento un po’ diverso dal solito. Personalmente amo essere aggiornato e informato, ma voglio anche leggere riflessioni, punti di vista, opinioni, approfondimenti ecc.. Proprio per questo ho raccolto il lavoro fatto in diverso tempo, e anche in diversi periodi, e ho preferito dare un taglio agli argomenti in modo da concentrarmi su un concetto di fondo più che sulla novità. Il senso è stato quello di ritracciare esperienze diverse che aiutassero un po’ a capire l’approccio generale e la visione di hardcore punk oggi che sottende la fanzine, al di là del solo suono, cercando di arricchire il ragionamento con le parole degli intervistati, che possono più o meno condividere l’ipotesi oppure offrire ulteriori spunti di riflessione.

Il nome della tua fanzine mi ha sempre incuriosito... Ti va di spiegarmi da cosa prende spunto? Potrebbe essere fuorviante: decisamente non tratti di death metal o gore grind, ahahah!
In realtà non disprezzo né il death metal né il gore grind, anzi! Tutto nasce sia da una mia passione per lo splatter di quand’ero bimbo, sia dal senso d’ironia che mi piace spargere qua e là. La cosa è partita da una mia vecchia mail che come nick aveva appunto mammamiquantosangue, alla fine mi è sembrato suonasse molto bene, che fosse allo stesso tempo un nome insolito, con un approccio più aperto a diverse sfaccettature concettuali, ma allo stesso tempo molto punk e diretto, quindi la scelta è stata quella di far diventare mammamiaquantosangue il nome della fanzine.

Siccome io amo sempre molto interpretare ciò che il mio interlocutore fa, se permetti ti do una mia personale interpretazione della tua 'zine. A parer mio tu hai un background prettamente punk hardcore, che poi si è evoluto in campi che musicalmente sono un po' distanti, tipo avantgarde, noise, elettronica, industrial e sperimentazione. Il tutto però è sempre imbevuto dall'etica del do it yourself. Sei daccordo con questa mia interpretazione?
Si è proprio così, mi interessa sempre e comunque portare avanti un certo tipo di ragionamento e di attitudine. In generale ho sempre avuto una certa inclinazioni per i suoni storti che potevano provenire dalla scena hardcore di San Diego negli anni ‘90, dall’industrial Degli Einsturzende Neubauten o dal noise-rock dei Sonic Youth o della Touch and Go. Negli anni poi ho avuto possibilità di conoscere diverse esperienze e approcci, e ho riflettuto molto sul concetto di libera espressione, ovviamente uno dei cardini del punk hardcore, e ho visto come alcune realtà avessero un certo tipo di attitudine praticamente uguale a quella del punk hardcore facendo però una musica “diversa”. Cosa che ho rintracciato sia nel jazz quanto nell’elettronica o nella sperimentazione in generale o ancora nella scrittura e nel disegno. Quindi da quel momento ho cercato un po’ i concetti al di là dei discorsi prettamente musicali.

Da un punto di vista grafico, mammamiaquantosangue ha il pregio di essere semplice, diretta e fatta davvero bene. Come sei giunto a questa forma compiuta? La vorresti snellire ancora di più, o nei prossimi numeri manterrai sempre questa impostazione?
Ti ringrazio e sono contento che ti sia piaciuta la sua impostazione. Sono arrivato a questa sintesi un po’ cercando di dare un mio forte punto di vista e comunque imparando negli anni da tante altre fanzine che ho letto, come potevano essere Abbestia o Hearth Attack L’impostazione è un pò simile a quella con la quale la fanzine è nata, poi col passare degli anni sono riuscito a perfezionarla e a ordinarla per bene, quindi a trovare una sintesi concettuale ed un’impostazione grafica che mi aiutassero a mettere meglio a fuoco il discorso che volevo fare. In questo numero sono riuscito a metterci dentro molto di più di quello che avevo immaginato, proprio a livello di riflessioni ed idee, e in un modo più complesso del solito. Parlare di nuovo numero è un po’ precoce, nel senso che mammamiquantosangue nasce da prerogative puramente comunicative ed espressive, e come puoi vedere questo numero esce da molti anni dal suo predecessore e dalla fine del sito web. E’ una sorta di percorso globale su cui ragiono portandolo avanti un po’ in tutte le cose che faccio. In questo numero infatti ho messo dentro diverse esperienze e pensieri che ho avuto in diversi anni, per questo sono venute fuori così tante pagine. Certo avrei sempre qualcosa da dire, qualcosa ho già in mente, ma ho bisogno di fare un po’ di cose e capire bene quali saranno i prossimi concetti da affrontare, gli argomenti di cui avrò una forte necessità di parlare. Per ora sicuramente un percorso è terminato, ma la voglia di aprirne un altro c’è. Di ipotesi ne ho molte in testa, mi serve un po’ di tempo per ragionarci su.

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Mi è piaciuta molto la column di Alessiaccio sul disagio. Quest'ultimo è un termine molto abusato nell'odierna scena punk hardcore. Sembra che tutti sian dei disagiati, quando invece nella reltà è gente che sta bene ma ha voglia di vittimismo. Cosa ne pensi in tal proposito?
Penso che l’ironia sia una gran bella cosa, ma se resta solo una sorta di ironia ripetitiva fine a se stessa può sembrare che anche tutto il resto sia uno scherzo, o comunque si rischia che tanti altri concetti passino in secondo piano. Poi per carità ognuno può fare quel che vuole, ma condivido il pezzo di Alessiaccio su questo argomento, che spiega la questione nella sua dinamica concettuale, anche perché effettivamente pare che a volte il tutto sia appiattito su un lato estetico e divertito, poco concettuale e con poco vissuto. L’espressione personale in genere è anche molto altro. Divertimento, ci mancherebbe, e anche ironia, come puoi vedere dalla zine, ma soprattutto passione, il mettersi in gioco e l’esprimere quello che si è e quello che si prova al di là di tutto, cercando di farlo al meglio delle proprie capacità. Si può certo scherzare sul disagio ma diamo anche visibilità a tante altre cose e motivazioni che così rischiano di passare in secondo piano. Se posso permettermi una battuta, ti dico che comunque non mi troverei bene in un contesto di finto spleen esistenziale...

In base a cosa scegli i gruppi e le realtà da trattare nella fanzine? Ti sei pentito di aver contattato qualcuno in passato? C'è qualcuno che non ha mai risposto ad un'intervista?
Scelgo sicuramente in base all’attitudine, alle riflessioni e ai concetti che i musicisti portano avanti, in base agli argomenti e dai discorsi che fanno, oltre che dal suono ovviamente. Quando sono colpito da queste cose mi viene voglia di fare domande, approfondire e cercare di saperne di più, quindi di tanto in tanto mi permetto il lusso di chiedere ai diretti interessati. Non mi sono mai pentito di nessuna intervista che ho fatto, credo che tutte quante esprimano in qualche modo un significato e siano state molto funzionali nel mettere a fuoco alcuni concetti di cui volevo parlare, e di questo dopo tanti anni sono contento. Personalmente molte di quelle che ho fatto mi dicono ancora tanto. E’ capitato ogni tanto di avere a che fare con qualche persona che non ha voluto rispondere, e per carità rispetto la scelta, ma quando è così si va avanti ed è meglio parlare con gente che ha voglia di scambiare idee. Per il resto nessun rimpianto.

Un'altra column che mi è piaciuta è quella con cui apri il terzo numero, che hai chiamato “Hard Life Needs A Party”, nel quale esamini il perchè scrivere e pubblicare una fanzine ai giorni nostri e poi ti lanci in un riassunto delle tue esperienze musicali. Come ti senti, oggi, nel 2016? Hai qualche rimpianto? E' cambiato il modo di approcciarsi alla musica? Sei più disilluso e cinico?
Sono un kid, un po’ più maturo, un po’ stanco a volte, vista l’età che incalza, ma sempre un kid, non sono né disilluso né cinico, mi permetto sempre di cercare nuovi stimoli e nuove possibilità di espressione. Poi, come può succedere ci sono situazioni che ti danno tanto, ti fanno crescere e ti fanno star bene e tante altre che ti deludono, ma non è un problema, fa parte del “gioco”. L’importante è continuare a cercare quelle positive per te stesso, in cui più ti riconosci. Certo cambiano i tempi, si possono aggiornare e migliorare alcuni concetti e pratiche, cercare di essere più efficaci, ma allo stesso tempo credo si debba sempre cercare di esprimere determinati valori di indipendenza, anche mentale, da certe logiche puramente commerciali o di successo. Il pezzo parla un po’ del fatto che personalmente non sono molto interessato ad una visione puramente “divertentista” dell’argomento. Sintetizzando non credo di aver cambiato particolarmente approccio riguardo alla musica in generale, forse ho imparato ad esser un po’ più efficace e magari un po’ più competente, ma alcuni concetti di fondo sono rimasti e sono quelli che mi danno molti degli stimoli su cui costruire.

A quando un nuovo numero di mammamiaquantosangue?
In realtà come dicevo prima non posso darti un’indicazione precisa. Con questo numero è finito un ciclo aperto tanti anni fa, anche se in realtà avrei già qualche idea da scrivere, ma ci vorrà un po’ per mettere a punto il piano, ma solo perchè è un periodo in cui sono molto indaffarato. Del resto la vita è un argomento imprevedibile e MMQS cerca di parlare anche di questo, se vogliamo dirlo in modo poetico. Oppure posso dirti che quando non riuscirò più a tenermi dentro delle cose, allora sarà il momento per scriverle e fare un nuovo numero!

Sincope Records è l'etichetta attraverso la quale stampi cassette, cd e vinili. Puoi parlarmene un po'?
Sincope nasce dalle ceneri di un mia precedente esperienza che era Mastro Titta Produzioni, la mia prima etichetta con cui per lo più coproducevo dichi punk hardcore e successivamente anche noise e drone, vuoi anche perché oltre ad una sana passione per i suoni altri e storti, ho cominciato anche a praticarli in prima persona oltre al punk rock. Ad un certo punto però ho sentito la necessità di esprimere ancora meglio un mio personale punto di vista e di prendermi una maggiore responsabilità verso quello che facevo. Sincope nasce da queste prerogative, in modo da raccontare meglio la mia visione e in modo più decisivo, cose che cerco di far vivere in ogni singola uscita più di prima. Mi piace seguire l’intero percorso dalla scelta dei suoni alla grafica, fino ai concetti che si vogliono esprimere. Ogni uscita è frutto di scambio e collaborazione tra chi la suona e me che la produco. E’ un approccio che mi appassiona molto di più rispetto delle coproduzioni allargate e a volte allargatissime. Questo è l’approccio con cui voglio fare le cose, quindi meglio che si abbia la voglia di fare un percorso comune. Fare cose in fretta, tanto per fare un’uscita non mi interessa.

Quello che mi ha colpito delle tue release è l'estrema cura che metti nel confezionarle. Quanto è importante far le cose per bene? Mi pare che negli ultimi anni la qualità in generale si sia alzata parecchio di livello...
Mi interessa tanto che già dalla grafica si capisca un certo approccio concettuale al tipo di uscita e l’appartenenza ad un’etichetta. Mi interessa che il punto di vista sia forte e che si capisca che quel suono sia stato scelto con molta cura e non in modo accidentale e che ogni uscita rispecchi un determinato momento discorsivo al di là dell’estemporaneità.

Ho notato che l'etichetta ha due siti diversi, ma collegati tra di loro. In uno sono riportate le uscite con tutte info, in un altro le news che la riguardano. Come mai ha diviso le due cose? Facilità nel gestire meglio la cosa?
Mi piace molto che il sito sia centrato sugli aspetti legati alle uscite in senso stretto, mentre il blog sia un altro spazio per dare notizie un po’ più approfondite su quello che gira attorno a quelle determinate uscite, come possono essere articoli, approfondimenti, interviste, in modo da poter dare maggiori possibilità di lettura e approfondimenti a qualcuno che volesse saperne di più. La cosa mi permette di dare sfogo ad un certo spirito minimalista che amo con il sito e allo stesso tempo però con il blog riesco a dare la possibilità di poter essere aggiornati sulle cose che succedono collateralmente le uscite.

1 Alga Kombu

Quali sono le uscite che meglio rappresentano la label e quelle a cui sei maggiormente affezionato?
Ogni uscita ha degli aspetti che centrano molto bene il discorso volevo fare con Sincope. La pianificazione che c’è dietro l’etichetta rispecchia molto vari miei percorsi di vita ed esperienze. Sono affezionato logicamente ad alcune uscite che mi riguardano personalmente come lo split tra i Compoundead, duo noise drone che condividevo con mia sorella, e Regospere/Andrew Quitter, la prima uscita dell’etichetta; Il cdr dei Tronco, che era il mio gruppo punk di qualche anno fa. Poi lo split Sumo/Affranti a cui sono molto legato, i dischi di Simon Balestrazzi e Fracisco Meirino, due dei miei musicisti preferiti. Potrei dirti ancora i Sutt o i Jabber Garland oppure i Rotorvator, ma ad essere sincero credo di sbagliare anche solo a ricordare qualche nome, non potrei fare a meno di nessuna delle uscite che trovi in catalogo, ognuna di queste ha un significato per me e sono cose amo molto ascoltare e rivedere. Anche perché ho scelto tutto con talmente tanta cura che ogni singolo tassello credo spieghi molto bene il ragionamento complessivo.

C'è un comune denominatore nei gruppi che fai uscire? Voglio dire: ti piace mantenere sempre un leggero filo conduttore, o vai a sentimento?
Sincope ha una sua omologia di fondo nel voler utilizzare un certo tipo di approccio per parlare del suono e dei concetti veicolati da questo. Il sentimento sta alla base, ma seguo un percorso preciso, alcuni approcci determinati e cerco sempre modi che mi colpiscano particolarmente, e che dal mio punto di vista sappiano parlare in modo critico e complesso del presente, visto che viviamo un presente molto complesso. Sono un po’ severo su questi argomenti. Fondamentalmente mi concentro su un certo tipo di drone, su alcuni suoni elettroacustici, alcuni aspetti iprov più lancinanti e su un certo tipo di postcore. Tendenzialmente sono più aperto verso approcci più diretti, orientati verso il live action. Non sono chiuso totalmente ad altre cose, però questi argomenti restano una base di partenza fondamentale per me.

Come avviene la preparazione di un'uscita Sincope Records? Nel caso invece di una coproduzione, come ti muovi?
Ogni uscita deve logicamente rispettare alcuni concetti, suoni, pratiche, argomenti grafici ecc ecc. In prima istanza si parla appunto del suono e della compiutezza dell’uscita, unito ovviamente alla riflessione sul lato concettuale e su quelle che vuole esprimere quel particolare disco. Poi si ragiona sulla grafica per proporre al meglio il tutto. Per una coproduzione logicamente voglio essere messo al corrente di tutti gli argomenti, si devono condividere aspetti grafici, testuali e contenuti, conoscere le persone con cui si portano avanti le cose in modo che ci sia una visione di intenti comune e che si lavori bene assieme. Logicamente si tratta sempre di uno scambio tra i musicisti e l’etichetta, che poi è uno scambio umano tra persone, che non deve mai mancare, altrimenti sono disinteressato alla cosa. Di base, come dicevo prima, apprezzo molto quando riesco a scorgere una certa visione e significato complessivo dietro le uscite di un’etichetta, come lo possono essere quelle dell’Ebullition o della Gravity, come mi sembra che sia attualmente la Clean Feed o la Northern Spy. Sono cose che mi colpiscono. Quindi cerco che il tutto rispecchi una visione oltre che sonora, anche grafica, argomento che mi sta molto a cuore. In definitiva cerco di far uscire qualcosa che abbia un significato complessivo molto al di là di un semplice prodotto. L’ambizione è che dentro ogni uscita ci sia un po’ la vita del gruppo, un po’ della mia vita che faccio uscire e che poi la cosa diventi parte della vita delle persone che ne vogliano fare esperienza. Forse è un po’ romantica come visione, ma è un mio modo di praticare quel poco di libertà che si ha, e se mi levi questo modo di fare immagino mi annoierei e basta.

Sei molto presente su internet. Sito web, Bandcamp, Facebook. Che tipo di rapporto hai con questa tecnologia? Ti aiuta effettivamente nel propagandare il verbo Sincope Records. Per esempio una piattaforma come Bandcamp, che permette di acquistare musica in tempo reale, funziona nel tuo caso?
Uso tutti questi mezzi perché credo che la rete sia una risorsa comunicativa, però credo anche che la rete non sia fonte di libertà infinita e progressione umana come prospettano in molti. Del resto anche la rete ha diversi aspetti che non amo come succede nella vita reale. Sicuramente è un mezzo per fare discorsi e poter comunicare e da questo punto di vista ha grandi potenzialità. Poi ovviamente dipende dal significato e dalla visione che cerci di metterci dentro, cercando di evitare che il tutto sia schiacciato solo su un’estetica del consumo e che si cerchi di andare un poco al di là del mero acquisto. La rete è sicuramente un mezzo e non un fine, il tutto deve vivere molto al di fuori della rete, quando succede allora si è creato qualcosa che ha un senso. Sicuramente Bandcamp offre dei servizi interessanti, non so quanto aiuti, però mi permette di dare una possibilità ascolto un po’ più estensivo, così casomai ci si può fare un’idea complessiva del tutto, e già questo mi sembra interessante.

Se scorro tutte le pagine del sito web Sincope Records, noto la scritta “love is love”. Che tipo di significato ha? Che tipo di significato ha il concetto di amore per te?
Penso che cose del genere sia talmente faticoso che se non hai una reale e profondissima passione non conviene farlo. E’ quello stimolo che ti spinge ad agire senza farti particolari calcoli e senza sperare di avere un tornaconto, ma solo con la consapevolezza e la voglia di fare discorsi e diffondere concetti. Certo vendere dischi ti permette di farne altri, se non si vendono non puoi farne altri o devi aspettare un po’. Comunque lo stimolo fondamentale resta la pura passione, l’esprimere la tua visione e cercare di incidere nel presente. Quindi può essere solo “amore” la spinta fondamentale, che logicamente è gratificante ma ha anche i suoi lati molto sofferti...

I colori ricorrenti che usi sono il bianco e nero. C'è un significato recondito dietro al loro uso. Io trovo che siano perfetti per rappresentare certi suoni e pensieri...
Amo tantissimo il bi-cromatismo, mi piacciono i colori, mi piace molto come il bianco e il nero riescano a dare una certo profondità e alla stesso tempo una visione molto diretta a quello che si vuole esprimere. Amo come il B/N sia molto funzionale ad un modo di “disegnare” i concetti, e il modo in cui colpisce lo sguardo.

Molti gruppi amano fondere l'impatto sonoro dei propri live con immagini proiettate dietro mentre suonano... Personalmente la trovo un'idea meravigliosa, visto che c'è un'immersione totale... Cosa ne pensi?
Sono scelte, a volte funzionano e a volte no. Personalmente credo molto nel suono, è la cosa principale che mi interessa. La scelta delle immagini mi piace ed è sicuramente un argomento interessante, però non è l’unico argomento. Mi interessa principalmente la pura espressione nuda delle cose anche in questi ambiti e le immagini non devono essere un mezzo per addolcire il tutto ma devono trovare una propria sostanza e dignità all'interno dell’espressione. Ci sono diversi modi di poter intendere e gestire lo spazio, la contestualizzazione, la presenza o l’assenza all’interno di questo. Certo le immagini possono essere uno dei modi di poter aggredire la percezione e poter esporre una visione, tuttavia penso che ce ne siano tanti altri e che le immagini siano efficaci al pari di questi. Poi certo è da valutare di volta in volta e dal messaggio che si cerca di veicolare il quel momento.

Cosa bolle in pentola sul fronte nuove uscite?
A settembre 2016 ci sono state tre uscite nuove, ovvero la seconda cassetta per Sincope dei Bruital Orgasme, una nuova cassetta di Ottaven che fa parte di un progetto suo personale allargato a differenti uscite e sparso per differenti etichette e formati, e infine il nuovo ep delle Alga Kombu, quartetto postcore femminile che trovo molto intenso. In realtà attualmente ci sono poche cose che bollono in pentola, visto che per un po’ di mesi dovrò occuparmi di altre questioni extramusicali e avendo poco tempo a disposizione preferisco rallentare per un pò invece di fare le cose alla meno peggio. Ci saranno comunque un paio di uscite nel 2017 e almeno una di un nuovo gruppo uscirà tra un paio di mesi al massimo. Nel frattempo rifletterò un po’ su quello che fino ad ora ho espresso e su quello che succederà per quando potrò rimettermi per bene a fare le cose. Sicuramente un ciclo si è chiuso, delle collaborazioni sono finite e per delle coincidenze casuali succederanno cose nuove o almeno lo spero.

Hai qualche gruppo di consigliare ai miei lettori? Qualcosa che ti ha lasciato un qualcosa dentro dopo averlo ascoltato...
Che dire ne avrei una miriade di cose da consigliare, dalle cose che mi porto dietro da sempre e con cui sono cresciuto come possono essere Fugazi, Sonic Youth, Sebadoh, Kina, Negazione, Wretched, a tantissime altre nuove, ma non vorrei essere ovvio, vedendo ForTheKids credo che i tuoi lettori conoscano già molto bene il discorso. Più che altro il mio banale consiglio è sempre quello di cercare determinati aspetti cari all’espressione personale, a certe visioni impegnate e contemporanee ovunque esse succedano e al di là del suono. C’è molto da scovare in generale e bisogna concentrarsi sui significati e trovare argomenti che possano dare un certo spessore alla nostra esistenza giornaliera.

Finito. Grazie mille del tuo tempo e se vuoi, aggiungi ciò che vuoi.
Ringrazio molto te per la possibilità che mi hai dato di poter parlare di alcuni cose che mi stanno a cuore e per poter raccontare un po’ quello che faccio. Grazie per il supporto! Love is love! ;)



 






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