GRIZZLY IMPLODED
"Threatening Fragments From Four Boulders" C20

REVIEWS


VITAL WEEKLY #952
by JKH
Grizzly Imploded is a trio formed by Francesco Gregoretti, Maurizio Argenziano and Sergio Albano. They play highly improvised music with two guitars and drums. The trio released their second release on the label Sincope. The tape (C20) consists of four improvisations with titles like "The light that took complete control of my eyes", "Scary alien worlds are on the prowl", "Scratched by the sounds of Timpani to moult in a vortex of colours" and "A shufftecraft weighed down by a layer of honey". The first improvisation has some more structure, but the second consists of more fragments. Side B starts slowly and some minimal tones and beats on the drumkit. This track is played with a lot of attention. The last one is more dark and slow aswell. Step by step the music becomes more and more intense and full and the musicians create more and more variety in their music. Interesting improvisation tape with four different atmospheres.

SANDS-ZINE
by Etero Genio
Una piccola rivincita per le chitarre, e per Argenziano, arriva con la splendida cassetta “Threatening Fragments …”, non foss’altro perché Grizzly Imploted è un trio con due chitarre (la seconda è quella di Sergio Albano) e una batteria (Francesco Gregoretti, già con gli One Starving Day). Qui si focalizza quella scena sperimentale partenopea troppo spesso considerata come outsider (il trio ha già all’attivo numerosi lavori, essenzialmente su cassetta, pubblicati su vari marchi esteri). Un drumming più melodico, rispetto a quello della Nosova, e un suono che complessivamente gioca più sugli incastri fra i tre strumentisti, richiamando la tradizione jazz, soprattutto europea, ma non disdegnando la contaminazione con altri soggetti. L’idea insita nel nome, qualcosa di potente che implode, è perfettamente rappresentativa della musica proposta.

SOLAR IPSE #7
by Loriz Zecchin
Il trio napolentano Grizzly Imploded è autore si una musica psicotica, barbara, sinistra, e per certi versi anche approssimativa, che potrebbe essere la perfetta colonna sonora di un incubo. Si (s)ragiona senza cadere nel paraculismo del rumore-per-il-gusto-del-rumore, ponendosi a metà tra Skullflower e Borbetomagus. Vi asscuro che mi hanno dato i brividi!

RUMORE#275 Dicembre 2014
by Daniele Ferriero
Massimo Truculentboy Onza e Sincope sono una garanzia di uno shock piantato tra encefalo e padiglioni auricolari pronti a subire la prossima ricerca, uscita, cassetta. In questo caso ci s'occupa del ritorno dei Grizzly Imploded, due chitarre e una batteria. 20 minuti di fuochi neurali che scontrano impro, performance, elettroacustica, post-jazz metallico. Cerebrale e prezioso.

THE NEW NOISE

by Maurizio Inchingoli
Granitici, ottundenti, presi da una sorta di ossessione per un pre-blues che sa di intrinsecamente primitivo e cacofonico, volutamente “scompaginato”, i napoletani Grizzly Imploded ? con un membro di A Spirale ed Aspec(t) ? con questo “Threatening Fragments From Our Boulders” (titolo notevole, tra l’altro) si impegnano a fondo per renderci la vita più difficile di quanto non lo sia già. L’incipit è per il jazz nerboruto e le grasse frammentazioni, appunto, di “The Light That Took Complete Control Of My Eyes”, sei minuti che lasciano il segno. Il lato A prosegue con la nevrotica “Scary Alien Worlds Are On The Prowl”, come gli Us Maple che ospitano alle chitarre i Colossamite al gran completo, e ci raccontano di un probabile tracollo nervoso. Il secondo lato accentua ancora di più il lato squisitamente “sperimentale” del progetto (ebbene sì, non so come, ma riescono ad essere ancora più impenetrabili), introducendo pause e atmosfere notturne, l’intermezzo lunare di “A Shuttlecraft Weighed Down By A Layer Of Honey” e la conclusiva “Scratched By The Sounds…”, cavernosa e nera al punto giusto. A conti fatti, una conferma di quanto già dimostrato con Anabasi.

SENTIREASCOLTARE - Gimmie Some Inches #51

by Stefano Pifferi
i partenopei Grizzly Imploded con Threatening Fragments From Four Boulders per il loro essere marginalmente “rock”: come al solito urticanti e sfrangiati col loro impro-noise a doppia chitarra+ batteria, Maurizio Argenziano, Francesco Gregoretti e Sergio Albano viaggiano spericolati in quattro tracce per i venti minuti del nastro, tra chitarre corrosive che si scontrano ed incontrano, rincorrendosi e abbandonandosi, vuoti ipnotici ed esplosioni (a)ritmiche a movimentare un suono che è tutto nervo e spasmo. Ascolto impegnativo, ma ad averne di impegni del genere.

SODAPOP

by Emiliano Zanotti
Non è facile star al passo con le uscite dei Grizzly Imploded e delle loro varie filiazioni, specie per chi, come il sottoscritto, è un cronico ritardatario. È però doveroso, almeno ogni tanto, dare testimonianza delle produzioni discografiche del terzetto napoletano, finora sempre meritevoli e degne di nota. Se volessi liquidare in due parole questo nastro me la caverei con un laconico “disastro sonoro”, locuzione che racchiude spirito e forma di Threatening Fragments From Four Boulders; quello che però intriga è che in questo caso l’accento è da porre sul secondo termine, a evidenziare come il processo di disarticolazione del suono sia sempre governato e anche nei momenti maggiormente free i tre non perdano il controllo delle operazioni. L’inizio è relativamente calmo su entrambi i lati, ma quello del primo è più inquietante e finisce per tradursi nella sonorizzazione di un incidente ferroviario in stile Sightings, dove ogni segmento deflagra con precisione ingegneristica, mente sul secondo assistiamo al gonfiarsi lento di un fiume di rumore che finisce per travolgere tutto, un’onda di noise ribollente e inarrestabile. Tutto questo, signori, ad opera di una batteria e due chitarre: perché al netto dell’assenza di una forma definita e delle molteplici influenze (dal jazz al rumorismo più intransigente), i Grizzly Imploded rimangono un gruppo che incarna lo spirito iconoclasta e distruttivo proprio di certo rock, lontano da quella musichetta stucchevole e conservatrice che va per la maggiore. Questa è roba disturbante e minacciosa, come dovrebbe sempre essere.



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