JUSTIN MARC LLOYD "funeral" 3"cdr

REVIEWS


DEAD FORMATS
by Demian Johnston
I have missed JML. He moved away from Baltimore and ended up in Chicago, making Chicago all the better for it. Justin has been making amazing noise journeys for some time now and they just keep getting better. This one is four tracks that go from feedback heavy rhythms to pops and cracks that sound like an alien campfire. Reminds me of some early Birchville Cat Motel lathes that came out many years back. I mean that in the best possible way. It's a killer selection of one of today's more prolific noise artist.
It's a cool little package. Small yet larger than usual sleeve for the 3" that is covered in this odd black and white artwork. Decent handling of the type. Nothing to complain about.
I even loved the spraypaint on the cdr itself. I kind of miss that stuff…
It's damn good.

SODAPOP
by Emiliano Zanotti
Uno dei tanti fuoriusciti dal giro HC dei '90 fulminati sulla via del rumore (sebbene militare in un gruppo powerviolence chiamato Surf Nazis On Ecstasy non possa valere nel curriculum come esperienza di bel canto), si presenta a noi con questo CD 3", ennesimo parto di un 2012 che, stando a Discogs, ha abbondatemente passato le dieci uscite.
Può, un disco che esce per Sincope, essere descritto come agile, divertente, poco impegnativo? Justin Marc Lloyd risponde di sì, pur sottolineando che siamo nell'ambito della musica per molti ma non per tutti. Forse nel timore di annoiare, nonostante la durata che non arriva ai 25 minuti, il nostro mette insieme quattro pezzi uno diverso dall'altro. Si inizia con le mareggiate di ambient-industrial aritmico di The Magical Death Of A Tangible Blonde, che vengono affiancate dalla brevissima, brutale e spigolosa Active Hive, una voce che predica sommersa da spipolamenti free noise; ancora più lancinante è The Shocking Death Of A Magical Bond, il brano più lungo del disco, che avanza lento col ritmo regolare di un macchinario, si stempera su un tappeto di percussioni minimali che infine diventa la base di un nuovo assalto di rumore, con frequenze basse che si impennano all’improvviso e voci filtratissime, combinando egregiamente rumore in forma libera e cadenze industriali. Beautiful Erasure chiude con un suoni di percussioni talmente saturo che sembra lì lì per sbriciolarsi, ed è forse quello che capita, se dopo un eccesso al limite del rumor bianco il brano si affievolisce fino a spegnersi. Nessuna traccia di noia, quindi, invece un bel campionario di tutti i colori del rumore: a voi decidere quale preferite.


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